Gli interessi di Paolo Romeo su Multiservizi e Leonia

romeopaolo10giu 500di Claudio Cordova - Il presupposto fondamentale per poter colpire l'associazione segreta che avrebbe a capo gli avvocati Paolo Romeo e Giorgio De Stefano è costituito dai tentativi della stessa di condizionare la Pubblica Amministrazione. Degli albori dell'era di Giuseppe Scopelliti e del "Modello Reggio" tratta l'inchiesta "Mammasantissima". Delle propaggini anche fino alla stagione attuale, quella di Giuseppe Falcomatà, vi è traccia, invece, nelle inchieste "Fata Morgana" e "Reghion". Tutte poi confluite nel maxiprocesso "Gotha": e proprio nell'ambito del processo, che si celebra davanti al Tribunale presieduto da Silvia Capone, ha riferito il commissario di Polizia, Angela Corigliano.

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Tra gli albori del "Modello Reggio" e gli anni della "Svolta", infatti, c'è una vita intera. In cui, ovviamente, l'avvocato Paolo Romeo e il suo entourage avrebbero cercato (spesso riuscendoci) di ingerire nella Cosa Pubblica. Gli interessi del legale - già condannato definitivamente nell'ambito del processo "Olimpia", ma, nonostante ciò, "baricentrico" nella vita pubblica – sulla Multiservizi e sulla Leonia sono argomento di diverse conversazioni intercettate, sviscerate dal commissario Corigliano. Della Multiservizi, infatti, Romeo parla con l'allora sottosegretario di Stato, Elio Belcastro, uno degli animatori del partito "Noi Sud". Quando c'è da scegliere il successore dell'amministratore Paolo Vazzana, Belcastro propone il nome di [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO], già uomo forte all'interno di Fincalabra, e personaggio chiave nella cerchia di Romeo. E' il 2011 e Paolo Romeo sa vedere lungo: il Comune di Reggio Calabria e la Multiservizi sono già in pessime acque e il futuro non sembra promettere nulla di buono, per questo Romeo non vuole "sprecare" [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO]. L'allora sottosegretario regionale, Alberto Sarra (anch'egli detenuto e imputato), propone Raffaele D'Agostino come successore: alla fine prevale la linea Romeo, con Multiservizi e Comune di Reggio Calabria che verranno sciolti per 'ndrangheta. Molte, peraltro, le conversazioni telefoniche tra Romeo e Vazzana, altro soggetto, evidentemente, inserito nel circuito relazionale del presunto capo della cupola massonica della 'ndrangheta. In quegli anni, Romeo avrebbe avuto voce in capitolo su diversi passaggi: anche sulle teche con reperti archeologici esposti per diverso tempo sul Corso Garibaldi. Stando alle intercettazioni sviscerate su domanda del pm Stefano Musolino, Romeo avrebbe avuto anche l'autorizzazione per spostare le teche all'interno degli edifici scolastici: il "sì" sarebbe arrivato dall'allora assessore comunale all'Istruzione, Enzo Nociti, nonché dal dirigente comunale, Francesco Barreca.

Agli atti dell'indagine, comunque, vi sono intercettazioni anche con Bruno De Caria, allora direttore operativo della Leonia, la società mista del Comune di Reggio Calabria, attiva nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. La Leonia verrà sciolta per infiltrazioni della cosca Fontana e De Caria arrestato e condannato per vicinanza alla 'ndrangheta. In quel periodo, però, è un dirigente che interloquisce con la Pubblica Amministrazione: stando a quanto riferito, lo stesso assessore del tempo, Tild Minasi, avrebbe visto di buon grado un incontro pubblico con la Leonia e con l'immancabile Paolo Romeo.

Così, dunque, si sarebbe estrinsecato – ancora una volta – il ruolo "baricentrico" di Romeo, contattato anche per dirimere alcune situazioni interne al Comune di Reggio Calabria e per intervenire su alcuni lavori finanziati da Palazzo San Giorgio.